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Qualificazione del rapporto di lavoro: lo svolgimento concreto dell'attività prevale sulla volontà delle parti

La Corte di Cassazione ha ribadito la supremazia del concreto svolgimento della prestazione lavorativa, rispetto alla volontà delle parti, al fine di qualificare correttamente il rapporto di lavoro: nel caso in specie, il designer d'interni assunto come dipendente da un'azienda si vede ricondurre il rapporto alla prestazione di lavoro autonomo, in quanto più coerente con la qualità professionale di architetto del lavoratore.Nella Sentenza n. 8376 del 27 aprile 2016, i giudici della Cassazione hanno evidenziato come la volontà delle parti all'atto della stipula del contratto possa venire meno di fronte alle reali modalità di svolgimento della prestazione lavorativa, in quanto le parti potrebbero voler eludere la disciplina legale in materia, a partire dagli obblighi contributivi, oppure potrebbero non trovarsi in rapporti di forza paritari. Questi elementi fanno si che sia solo il concreto svolgimento della prestazione possa portare a qualificare correttamente il rapporto lavorativo e, nel caso in specie, far prevalere la natura autonoma rispetto a quella subordinata.

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