Lavoratore costretto a svolgere varie mansioni in sostituzione dei colleghi: niente mobbing
Secondo la Corte di Cassazione non si configura alcuna ipotesi di mobbing nei confronti del dipendente chiamato a svolgere una pluralità di incarichi sostituendo colleghi assenti, dal momento che tali incarichi risultano comunque compatibili con le mansioni d'inquadramento del lavoratore. Nello specifico la Suprema Corte, con la Sentenza n. 4174 del 2 marzo 2015, ha precisato che il mobbing si configura qualora sia accertata la sussistenza di un unico e duraturo disegno persecutorio da parte del datore o del superiore, caratterizzato da continue condotte vessatorie a danno del lavoratore.