Legittimo il demansionamento concordato se il lavoratore rifiuta il trasferimento
Nel caso in cui l'azienda sopprima l'attività lavorativa e il lavoratore rifiuti il trasferimento ad oltre centocinquanta chilometri dalla sua residenza, il patto di demansionamento sottoscritto dal lavoratore, senza restrizioni alla propria volontà, per evitare il licenziamento è da considerarsi legittimo.È questa la conclusione cui giunge la Corte di Cassazione, che nella Sentenza n. 19930 del 6 ottobre 2015 afferma la legittimità del demansionamento laddove sia l'unica soluzione per evitare l'interruzione del rapporto di lavoro, respingendo contestualmente il ricorso presentato dal lavoratore, che dopo aver firmato l'accordo anzidetto aveva citato l'azienda in giudizio per ottenere un risarcimento per l'avvenuto demansionamento.